Quique Santos, uno speaker spettacolare per l’Ippodromo panamense Presidente Remón

HPRPANAMÁ, 10 luglio 2014.- Jaime Enrique “Quique”  Santos è la voce che settimana dopo settimana fa vibrare il pubblico, come narratore degli eventi ippici che si tengono all’ippodromo Presidente Remón.

Da Erik Greig

Le sue frasi si son fatte popolari fra i passionati dello “sport dei re”. “Se da la partida” (si parte), “es candela” (è spettacolare), “sacando pampa” (essere in grande vantaggio) o “ya están llegando a la recta decisiva” (sono in dirittura d’arrivo a 400 metri della fine) sono alcuni dei suoi particolari gridi di guerra.

QS2EG: Com’è che è cominciata la tua carriera nel mondo dell’ippica?

JES: Da molto presto sono stato legato all’ippcia. Volevo diventare jockey perché amavo i cavalli, anche se mio padre preferiva che io fossi tecnico di refrigerazione, ma questo lavoro non mi piaceva affatto. Anche se non ho potuto diventare jockey per la mia statura(misuro un po’ di più di 1,7 metri di altezza) viaggiavo dalla mia casa a El Chorrillo fino all’ippodromo. Per me, più di un sacrificio era una passione.

Inaugurato il 14 luglio 1956, l’Ippodromo Presidente Remón ha dato campioni dell’Internacional Clásico del Caribe 13 volte, essendo leader incontestabile della giostra ippica.

Aperto da lunedì a domenica, offre delle corse internazionali tutti i giorni, tenendosi le corse nazionali giovedì, sabato e domenica.

Gli impianti hanno delle comode sale di scommesse Turff Bet & Sports Bar.

Quella passione è stato ciò che mi ha permesso di lavorare in diversi posti, come assistente del ragazzo dello stabbio, galoppatore, agente di corse o cronometrista, fino al momento in cui, nel 1974, e grazie all’opportunità che mi ha concessa Luis Olmedo Russel, ho cominciato a lavorare alla radio fino a quando sono arrivato a ritrasmettere le corse di cavalli attraverso TVN.

Anni più tardi, a Radio TV-2, creai la famosa trasmissione “Al Galope”, che dopo sarebbe spostata a Radio Ancón.

EG: Cosa significa per te lavorare all’ippodromo Presidente Remón?

JES: Significa consolidare un’etapa della mia vita come profesionista. Lavorando in quello che amo. Significa l’opportunità di vivere un sogno. 

EG: Com’è la familia che hai creato in questi anni che lavori all’ippodromo?

La verità è che ho un rapporto molto buono con i miei colleghi. Condividiamo grandi momenti di lavoro e la chimica è eccellente. A volte vengono da me in cerca di un consiglio su temi legati alla professione dell’annunciatore e delle statistiche, vista la mia esperienza e le buone vibrazioni.

EG: Durante questi anni, quali personalità hai potuto incontrare?

JES: Ho incontrato delle personalità di diversi settori, come il presidente Ernesto de la Guardia, Eric Arturo Delvalle, annunciatori come Ali Khan o Héctor Alonso Rivas, e, certamente grandi jockey come Blas Aguirre, Laffit Pincay Jr, Jorge Velázquez, Bill Shoemaker, Ángel Cordero e tante persone ricche.

EG: Che impatto ha avuto questo lavoro nella tua vita personale?

JES: Molto positivamente. Ho avuto la grande fortuna di lavorare in quello che mi piace e la fortuna di avere una famiglia che mi accompagna, un aspetto molto importante per rimanere in questa professione. 

QS3E.G: Quali attitudini pensi che sono state decisive per farti distinguere fra gli annunciatori?

JES: Penso che è stata la mia passione per i cavalli e l’amore per l’ippica dagli inizi. Inoltre, il fatto di condividere con le persone che formano ognuna delle tesselle di questo bello sport e soprattutto, la professionalità e trasparenza che ci fa unici in questa professione.

E.G: In che modo hai sentito la riconoscenza da parte dei clienti?

JES: Il modo che il pubblico ha di restituirti il buon trattamento che noi gli diamo sempre, si fa attraverso le reti social, telefonando o avvicinandosi e facendo dei complimenti in persona.

E.G: Raccontaci l’evento più sfidante in cui hai partecipato.

JES: Senza alcun dubbio è stato il Classico dei Caraibi del 1985. In questo evento vinse il cavallo panamense Patilargo nel’ippodromo La Rinconada di Caracas, guidato da Víctor Tejada e record di Laffit Pincay nel 1999.

E.G: Con l’affetto che hai nei confronti dell’ippica, dove ti piacerebbe vedere questo sport fra 10 anni?

JES: Mi piacerebbe vederlo dov’è adesso, che promuova il turismo ippico e abbia grandi prospettive.

E.G: Quale sarebbe il tuo messaggio per il resto della famiglia Codere e per l’ippica nazionale?

JES: Bisogna tenere il passo sempre positivo e avere la coordinazione necessaria per continuare a generare un buon spettacolo. Si deve godere al massimo ogni galoppo e creare vincoli fra proprietari, allenatori, jockey e i clienti che scommettono. Soprattutto, si deve continuare ad amare questo sport.

(10 luglio 2014)