Roma, 22 marzo 2021.- Il gioco in Italia è sempre stato oggetto di enormi paradossi. Nonostante il riconoscimento della sua legalità, gli elevati oneri fiscali e il dibattito pubblico erodono e distruggono gradualmente l’industria. Oltre a tutto ciò, con la pandemia abbiamo assistito anche alla chiusura delle sale legali, cosa che sta dando spazio all’attività illegale.
La nostra azienda, tuttavia, continua il suo lavoro sul gioco responsabile, con un ampio piano di misure che ha come obiettivo fondamentale la promozione di un quadro normativo di garanzia per i clienti, la società e gli operatori.
A tal fine Codere Italia, lo scorso 26 febbraio, ha organizzato una nuova edizione di In nome della legalità, il workshop itinerante nato dieci anni fa in questa business unit per promuovere il dibattito sulle principali problematiche del settore.
Questo incontro è un’occasione importante per condividere con le autorità un’immagine oggettiva della realtà del gioco, adattando così la sua percezione ai dati e favorendo un quadro giuridico che risponda alle circostanze reali. Durante questi dieci anni questo incontro si è già svolto in tutte le città del Paese in cui è presente la nostra azienda, solo quest’anno ha avuto luogo in modalità online a causa della pandemia.
La foto del gioco legale in Italia riflette come nel 2000 lo Stato abbia attuato diverse politiche per legalizzare l’industria e tutelare il giocatore. La stessa autorità che ha messo in atto per anni meccanismi per distruggere l’industria stessa, con discorsi pubblici non basati sui dati, con oneri fiscali sproporzionati o misure estreme come il divieto totale della pubblicità del gioco, con qualsiasi mezzo, tempo oppure canale –anche all’interno delle sale.
All’immagine del settore si aggiunge l’obbligo di aprire e chiudere i locali più volte al giorno, oppure di mantenere determinate distanze da luoghi considerati “sensibili”, come scuole, ospedali, chiese e anche cimiteri, nonostante l’esistenza di dati forniti dall’Istituto Nazionale di Sanità che negano l’efficacia di questo tipo di misure.
Come se tutte queste restrizioni sproporzionate non bastassero a danneggiare un’attività totalmente legale, si aggiungono quest’anno le restrizioni causate dalla pandemia, che hanno colpito l’industria legale e avvantaggiato ancora di più il gioco illegale, che con le sale chiuse da dieci mesi, è cresciuto in modo esponenziale.
A seguito dell’obbligo di chiusura delle attività (senza che la progressiva apertura dell’attività sia all’ordine del giorno in funzione dell’evoluzione favorevole dei contagi nelle diverse regioni), si è verificata una perdita di introiti per lo Stato, superiore a quattro miliardi euro.
Il workshop tenutosi il 26 febbraio, al quale hanno partecipato personalità di spicco di diverse istituzioni pubbliche e Marco Zega, Direttore Finanza e Relazioni Istituzionali di Codere Italia, si è incentrato su queste contraddizioni.
Tra i contributi più notevoli, si segnalano quelli di Domenico Faggiani, coordinatore nazionale dei problemi del gioco pubblico, che ha difeso con forza la necessità di avviare un processo di riorganizzazione del gioco per formulare un vero Codice del gioco. Questa considerazione è stata avallata da Ricardo Pedrizzi, senatore e presidente della Commissione Finanze e Tesoro 2001-2006, che ha anche sottolineato la sua preoccupazione per l’alto rischio di perdere migliaia di posti di lavoro diretti.
Un altro dei problemi storicamente esistenti, e che si è aggravato negli ultimi anni, è la guerra ideologica tra vari gruppi di stampa e partiti politici, che genera ancora più disinformazione e sospetti nell’opinione pubblica.
Inoltre, da settembre 2017, non c’è stato alcun dibattito istituzionale sul gioco e, come riconosce Pierpaolo Baretta, sindacalista, politico ed ex sottosegretario al Ministero dell’Economia e delle Finanze, ciò contribuisce solo a non poter riorganizzare il settore, cosa che urge da molti anni.
Proprio per questa situazione critica, Marco Zega, Direttore Finanza e Relazioni Istituzionali di Codere Italia, ha sollecitato i partecipanti, le istituzioni e le autorità politiche, a rivedere le misure in materia di sicurezza sociale e fiscale, per non far crollare il settore e renderne irrealizzabile la sostenibilità.
In nome della legalità, proseguirà nei prossimi mesi il suo lavoro istituzionale, per contribuire a pubblicizzare e a diffondere nella società il messaggio fondamentale che Senza regole non c’è gioco sicuro.