‘Annuario’, verità in gioco

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Madrid, 23 dicembre 2021.- In Codere ci impegnamo molto nel promuovere la trasparenza della nostra attività, per far si che i dati sull’industria possano smontare i miti costruiti intorno ad essa, che rovinano la nostra immagine e il normale sviluppo dell’attività.

Una delle leve per raggiungere questo obiettivo è promuovere studi, realizzati da università e istituzioni indipendenti e prestigiose, che forniscano numeri reali sul settore e sul suo impatto sociale.

Ne è un esempio l’Annuario del gioco in Spagna, realizzato dall’Università Carlos III di Madrid, che offre informazioni uniformi e di gran valore per il regolatore e l’opinione pubblica. Di pari passo con Cejuego, l’associazione delle imprese del settore di cui facciamo parte, abbiamo appena presentato la decima edizione di questo rapporto, sostenuta questa volta da UGT, uno dei principali sindacati del paese, che si unisce ai nostri sforzi per promuovere un trattamento equo dell’industria e i suoi lavoratori.

Lavoriamo, quindi, insieme ad altri operatori per dare luce al settore e per restituirgli la dignità che merita, perché, come afferma Alejandro Landaluce, Amministratore Delegato di Cejuego, “abbiamo bisogno di un regolamento equilibrato, che tuteli i gruppi più vulnerabili e i principi fondamentali della Costituzione, come la libertà individuale, il diritto al lavoro e la libertà d’impresa. Ci sono tanti volti dietro questo settore che meritano rispetto e tutela”.

Gioco e contributo alla società

Lo studio indica che nel 2020 l’industria del gioco ha contribuito alle casse dello Stato generando 260.000 posti di lavoro – 85000 posti di lavoro diretti e 175.000 posti di lavoro indiretti- con un’attività che rappresenta lo 0,6% del PIL e che, solo attraverso le aziende di gioco presenziale, ha contribuito con 820 milioni di euro di imposte speciali, di cui 181,2 milioni destinati allo Stato e il resto alle comunità autonome.

Il 42,9% del reddito delle aziende di gioco presenziale è stato destinato a imposte speciali o al pagamento di imposte generali delle aziende: imposte societarie, IAE (imposta sulle attività economiche), contributi sociali, ecc

Calo del gioco in Spagna durante la pandemia

Secondo i dati raccolti nel 2020, in Spagna sono stati giocati 6.771 milioni di euro nel gioco reale, che si traduce nella differenza tra le somme giocate e i premi. Si tratta di un decremento del 33,2% rispetto all’anno precedente, concentrato principalmente sull’offerta presenziale (-37%) e parzialmente compensato dall’offerta on line, cresciuta del 13,7%. Secondo José Antonio Gómez Yañez, professore di Sociologia, membro dell’Istituto di Politica e Governance dell’Università Carlos III di Madrid e autore dello studio, “in termini globali questa compensazione è irreale, poiché il il gioco presenziale ha perso 3.498 milioni di euro, mentre l’online è aumentato di 107 milioni”.

Inoltre, ci sono differenze significative tra pubblico e privato. SELAE e ONCE hanno registrato diminuzioni di circa il 15% rispetto all’anno precedente e, secondo l’analisi di Gómez Yáñez, “il prolungarsi di questa situazione sta incidendo fortemente sui margini delle amministrazioni e dei venditori”.

I ricavi delle aziende del settore sono diminuiti di quasi il 50%, con un impatto particolare su casinò (-59,7%) e sale bingo (-51,2%). Le macchine nel settore alberghiero sono diminuite del 48% e poco meno quelle delle sale da gioco (-45,9%). Il settore che ha risentito meno è stato quello delle scommesse, con un calo del 18,5%.

Pandemia e impatto sul lavoro

Dall’inizio della pandemia, uno dei settori più duramente colpiti è stato quello dei giochi, costretto a tenere chiuse le sale e con severe restrizioni imposte per controllare l’evoluzione della pandemia. Di conseguenza, c’è stato un calo significativo del gioco reale con un forte impatto sull’occupazione nel settore che ha visto la perdita di circa 45.000 posti di lavoro, più di 38.000 legati al settore dell’ospitalità. Inoltre, circa un terzo e la metà dei dipendenti delle aziende del settore erano in cassa integrazione, ERTE, durante lo stato di emergenza.

Come afferma Alejandro Landaluce, “il settore dei giochi è stato uno dei settori che ha subito le maggiori restrizioni nell’ultimo anno e non ha goduto dei privilegi a livello di aiuti che hanno invece ricevutp altre aziende. Siamo stati uno dei primi settori a chiudere, e l’ultimo ad aprire, e i nostri dipendenti hanno dovuto restare in cassa integrazione, per l’impossibilità di svolgere il proprio lavoro. Attualmente, infatti, il 10% delle sale da gioco è ancora chiuso o ha serie difficoltà a riaprire”.

I sindacati sostengono il settore

Alla luce dei dati, le parti sociali hanno unito la loro voce a quella del settore, chiedendo alle amministrazioni di tutelare i posti di lavoro e di prestare attenzione alla realtà del settore, non ai miti su di essa.

Nel giugno 2021, diverse associazioni imprenditoriali e UGT, unione generale dei lavoratori, hanno firmato un accordo statale per la tutela dell’occupazione nel settore dei giochi. Mesi dopo, in ottobre, l’industria del gioco privato ha firmato un accordo insieme alle Comisiones Obreras, confedeazione sindacale Spagnola, con caratteristiche simili.

In occasione della presentazione della decima edizione dell’Annuario del gioco in Spagna, l’Unione Generale dei Lavoratori ha voluto dare il suo appoggio inaugurando, grazie a Omar Rodríguez, segretario federale del settore alberghiero, Ristorazione sociale e del Turismo di UGT , la cerimonia di presentazione che si è tenuta presso la sede di UGT a Madrid. Omar Rodriguez ha voluto dare atto del sostegno della sua organizzazione alla nostra industria. “Il gioco è un settore legale e da UGT lo difendiamo. È un’attività che rappresenta più di 47.000 posti di lavoro diretti, altamente femminilizzati, che va difesa e che non possiamo permettere che sia continuamente sotto i riflettori, ricevendo critiche spesso ingiustificate”, ha spiegato.

Come negli anni precedenti, l’evento ha potuto contare sulla presentazione e l’analisi dei risultati ottenuti, da parte di José Antonio Gómez Yáñez, dell’Istituto di politica e governance dell’Università Carlos III, dottore in sociologia e autore dello studio insieme a Carlos Lalanda, socio fondatore di Loyra Abogados e responsabile del contenuto legale della pubblicazione; ha contato anche sulla valutazione dei risultati fatta da Alejandro Landaluce, CEO di Cejuego, la principale associazione di imprese del gioco privato in Spagna di cui Codere fa parte.

Se vuoi conoscere in dettaglio l’Annuario del gioco in Spagna clicca qui.