Editoriale 3 dicembre

Cari Collaboratori,

Vorrei cominciare questo editoriale ringraziandovi per la pazienza e l’impegno delle ultime settimane, da quando lo scorso 7 ottobre abbiamo annunciato che i nostri sistemi di controllo interno avevano rilevato dei  disallineamenti nei conti del primo semestre dell’anno,  in tre delle nostre filiali latinoamericane.

Come direttore generale della nostra organizzazione, mi sono concentrato personalmente nella gestione di questa grave situazione, che comporta sicuramente un ostacolo al lavoro ordinario che svolgiamo per raggiungere il massimo potenziale della nostra azienda e rafforzare la nostra cultura e che ci obbliga ad impegnarci, ora ancora di più, per recuperare la nostra immagine e la fiducia dei mercati. Inoltre vi assicuro che la direzione sta facendo un’importante sforzo in tal senso e nell’implementazione di misure che impediscano il ripetersi di avvenimenti del genere.

Per questo, da quando siamo venuti a conoscenza della situazione, abbiamo lavorato su più fronti. In primo luogo abbiamo informato il nostro Consiglio e poi i mercati, poi abbiamo fornito le informazioni al consulente legale che ha condotto le indagini su tale questione. Infine abbiamo preso le adeguate misure disciplinari, organizzative e di ottimizzazione dei processi; parallelamente abbiamo riesaminato le operazioni nei tre mercati coinvolti, con lo scopo di adattare la gestione ad una performance e ad un contesto competitivo diversi da quelli che ci ci stavano raccontando….

Come abbiamo già riferito, i risultati di questa indagine confermano l’impatto previsto dell’azienda, di 16,5 milioni di euro sull’EBITDA rettificato dei primi sei mesi dell’anno, di cui 14,5 milioni di euro corrispondono ai conti del Messico, 1,3 milioni a quelli della Colombia e 0,4 milioni a quelli di Panama; tre mercati la cui evoluzione quest’anno è stata resa complessa a causa di un contesto altamente competitivo e dalla debolezza del quadro economico.

Grazie a questo processo forense e alle analisi che abbiamo effettuato, siamo riusciti a sapere con estrema certezza l’origine di questi disallineamenti e quindi la maniera migliore per porvi rimedio.

Così abbiamo deciso che la responsabilità del Retail venga gestita da due professionisti con una grande anzianità nell’azienda e nel settore. Alberto González del Solar guiderà le operazioni nei Mercati Latinoamericani e Alessandro Rodino continuerà l’implementazione del piano di azioni definito per le operzioni spagnole che sta già mostrando i suoi risultati positivi. Io mi impegnerò in modo importante nel supporto alla ridefinizione del nostro approccio al Mercato.

Inoltre proprio la settimana scorsa abbiamo nominato un nuovo CFO per Panama e Colombia, Gabriel Amado; invece il team finanziario del Messico per il momento è guidato dal dipartimento corporativo.

Le nostre decisioni implicano anche il rafforzamento della nostra struttura organizzativa, del ruolo dei country managers, che avranno anche funzioni di supervisione. Stiamo inoltre accelerando la centralizzazione del controllo delle principali funzioni finanziarie, attraverso l’implementazione di centri di servizi condivisi e sistemi di supervisione tecnologica, e implementando un piano d’azione volto a migliorare il contesto di controllo e conformità in tutto il Gruppo.

Detto questo, vorrei insistere sul fatto che il voler raggiungere, in una grande azienda, una trasformazione culturale come quella che stiamo intraprendendo noi, richiede uno sforzo generale, e prolungato; e che senza dubbio questi accadementi possono provocare uno scoraggiamento. Tuttavia, il rinnovamento profondo a volte fa parte dei processi di cambiamento, il che rende la trasformazione autentica e coerente. Così vi esorto a considerare questo episodio nel modo in cui lo faccio io: come incentivo per affrontare il nostro percorso di crescita con slancio e determinazione ancora maggiori

Penso che “non tutti i mali vengono per nuocere” e in ogni caso, questo sfortunato episodio ci ha permesso di identificare comportamenti e membri del team che non si accordavano con i valori che abbiamo stabilito, e che di consegenza non possono avere un posto nella nostra organizzazione.

Un saluto cordiale,

Vicente Di Loreto, direttore generale del Gruppo Codere

(3 dicembre 2019)