Corte dei Conti, una sfida con delle alternative

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Italia 2007, la Corte dei Conti apre una causa in difesa dello Stato italiano per danni contro le 10 società concessionarie AWP con sede nel Paese, ribadendo che durante un periodo di 25 mesi, compreso fra 2005 e 2007, le loro macchine non sono state collegate nel modo appropriato al server dello Stato.

Il processo di primo grado finisce nel 2012, condannando le concessionarie al pagamento di sanzioni astronomiche –2,47 miliardi di euro in totale- calcolate secondo il volume di riscossione di ogni azienda. Di conseguenza, la sanzione dettata contro Codere Network ammonta a 115 milioni di euro. Jaime Estalella, direttore di Operazioni di Codere Europa, precisa che, anche se la sanzione è stata rivista posteriormente al ribasso fino alla somma previamente indicata, la sanzione iniziale ammontava a più di 3 miliardi di euro, e aggiunge che “non avremmo mai potuto commettere una frode allo Stato italiano di quel volume, visto che, neanche nel corso di tutti gli anni che siamo stati a operare lì, avremmo potuto generare quella somma di denaro”.

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Jaime Estalella, direttore di Operazioni Codere Europa

L’analisi approfondita fatta dai nostri avvocati italiani specializzati –Lattanzi e Cardarelli- rivela che la causa aperta manca di ogni fondamento legale, visto che era materialmente impossibile che le macchine fossero collegate. In Italia non c’erano per le concessionarie i mezzi tecnici per poter adempiere all’obbligo di collegare al sistema le loro macchine. In questo senso, il Consiglio di Stato risolse la vicenda nel 2010 dando ragione alle aziende di gioco che operano in territorio italiano, rifiutando la loro responsabilità nella vicenda.

Malgrado tutto ciò, ci troviamo davanti a una situazione nella quale la stragande maggioranza degli operatori sanzionati –sette- hanno deciso di porre fine al problema, raggiungendo un accordo extragiudiziale. Questa possibilità, riconosciuta dalla Legge italiana, consente di evitare lo svolgimento di un giudizio, pagando fra il 10 e il 30 % della somma totale. In questi casi, la Corte dei Conti ha accettato la transazione, pagando il 30 % del totale della sanzione di primo grado.

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Alejandro Pascual, direttore di Operazioni Codere Italia

Infatti, qualche mese fa “la Corte dei Conti in modo preventivo ha disposto il sequestro di una somma teoricamente da rimborsare nei confronti di Codere Network, per un valore complessivo di circa 10 milioni di euro –riguardo a un deposito a garanzia del 0,5 % che, una volta verificato il raggiungimento di specifici livelli di servizio, il Governo restituisce agli operatori ogni anno-“, commenta Alejandro Pascual, direttore di Operazioni di Codere Italia. Questa somma verrebbe compensata o inoltrata tramite rimborso nell’eventuale caso del pagamento della sanzione frutto del patteggiamento extragiudiziale o di una sentenza di condanna.

Fino a questo momento, Codere pensa che non sia del tutto chiaro che pagare il 30 % della sanzione -36,5 milioni di euro- sia la soluzione più conveniente per l’Azienda. Ovviamente, le circostanze di ristrettezza finanziaria ci obbligano ad analizzare in un modo approfondito tutte le opzioni.

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David Jiménez, direttore aggiunto a Presidenza

Dobbiamo pensare che l’accordo extragiudiziale comporterebbe la necessità di accumulare aprossimatamente 26,5 milioni di euro –somma che in questo momento non è facile né si può ottenere in un modo economico-, e, quello che è ancora più importante, come sottolinea David Jiménez, direttore aggiunto a Presidenza, “ci troveremmo davanti a un grande costo-opportunità: la perdita del diritto di appello”, ovvero, non potremmo ricorrere a una Corte di livello superiore affinché essa conoscesse il caso e giudicasse con un’eventuale sentenza favorevole.

L’alternativa a questo approccio, se le circostanze lo consigliano, sarebbe che Codere rifiutasse il patteggiamento, scegliendo la via giudiziale. Secondo questa procedura, la sanzione in via giudiziale potrebbe essere fino a un 30 % superiore. Tuttavia, il modo di pagamento sarebbe accordato fra l’Azienda e la AAMS (Agenzia delle Dogane e dei Monopoli dello Stato) –si apre così alla possibilità di fissare un calendario ragionevole. Inoltre, un chiaro vantaggio di andare a giudizio è che l’Azienda si riserva il diritto di ricorrere l’eventuale sentenza della Corte dei Conti in Cassazione e, dopo, davanti alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, con sede a Strasburgo. Secondo l’opinione dei nostri avvocati, le probabilità di vincere il ricorso di Strasburgo aumentano sostanzialmente, e se questo accadesse non solo ci rimborserebbero tutto quanto avessimo pagato dopo la condanna della Corte dei Conti tramite l’accordo con la AAMS, ma anche gli interessi e qualsiasi altri danni inflitti.

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Se finalmente viene deciso che la risoluzione in sede giudiziaria fosse l’opzione più conveniente, la Corte dei Conti depositerebbe la sentenza giorni dopo l’udienza -15 ottobre 2014-. Se questa sentenza condannasse al pagamento di una multa, l’Azienda comincierebbe le trattative con l’AAMS, che prevedibilmente si protrarrebbero nel corso di settimane fino a fissare il modo di pagamento –tempi, durata, etc-. Sei mesi dopo la notifica della sentenza, se viene considerato conveniente, potremmo iniziare le gestioni per presentare il ricorso contro la sentenza della Corte dei Conti davanti alla Cassazione e posteriormente davanti alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo di Strasburgo. Tuttavia, quel ricorso no fermerebbe l’esecuzione della sentenza, ovvero, il pagamento della multa nei modi accordati con l’AAMS. La Corte di Giustizia annuncierebbe una decisione in un periodo di 3 anni circa.

Comunque, l’Azienda ha un periodo di tempo –con scadenza il prossimo 15 ottobre 2014- per continuare a valutare entrambe le opzioni, visto che c’è stato un vizio di forma nel processo che ha ritardato l’udienza –inizialmente prevista per il 9 luglio di quest’anno-. La Procura ha presentato un rapporto a tutte le parti del processo a tempo scaduto, e per ciò tutti gli operatori hanno allegato mancanza di tempo per analizzare il rapporto. Nel corso di questo periodo si rifletterà su tutti gli elementi determinanti per prendere una decisione e continueremo a informare su tutto quanto in un modo preciso.